Occhi disarmati

Immagino il suo dolore come un milione di aghi ghiacciati che trafiggono la spina dorsale,

la luna perdere squame e il cielo diventare un puzzle.

Le cellule strisciano come vipere reali, barattando la pelle per un graffio d’argento,

ci affacciamo sul vuoto negli sconosciuti attimi in cui perdiamo il senso dell’orientamento,

come quelle tartarughe che di fronte alle esplosioni atomiche hanno perso la bussola genetica che dice loro dov’è il mare.

Il turbine annidato nella pupilla,

un animale, un sentimento, un angelo con il naso rovinato dalla pioggia, una porta non aperta, un sogno infantile

la nostra piccola ombra silenziosa

una trama ininterrotta nel vuoto del pianeta.

Gli occhi perduti per non fare rumore …

Un nome, sulle labbra … sulle labbra, un incantesimo

Veinte años es nada

Veinte años no es nada …

Sapevo che quella era stata la prima e ultima volta che l’avrei stretta tra le braccia:

il mio bacio avrebbe cantato nella sua bocca come uno strano fiore che avrebbe sentito intrecciarsi tra le sue parole.

Il mio bacio sarebbe stato un ricordo proibito, come una luna sodomita

“che aveva graffiato il mare”

Pedro Lemebel