Mia nonna incrocia le mani sulle mie e accarezza
le mie nocche come se fossero un animale selvatico che sta cercando di domare.
Lei dice che sono un tesoro,
guarda una pubblicità, dimentica il mio nome, mi dice che sono di nuovo un tesoro.
È come se avessi preso una potente scossa elettrica che ha liberato dentro di me
un flusso di pensieri confusi e di sensazioni indefinite,
scintille di neve ghiacciata, interruzioni di vento che sospendono il tempo,
la luce dispersa in una clessidra bagnata,
cercare il centro della fiamma, il luogo in cui nascono le costellazioni, l’esatta misura della luce
questo muschio che sembra allucinogeno,
scartare idee e lasciare ogni suono richiamare patrie antiche,
toccare la punta del naso gelata, le guance increspate come cartapesta
assaggiare il freddo di un bacio furtivo
e la lunga attesa, di una resa improvvisa.
Quando parla una nonna bisogna sempre ascoltarla .. diciamo che mi prendo i suoi complimenti anche se non riconosce il mio volto, il mio nome, a chi appartengo. Auguri e grazie del passaggio
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Ero con una nonna anche io, oggi. Ma non la mia.
Non sempre ricorda ogni cosa, anzi spesso è in confusione.
Ma ha chiesto ugualmente “dov’è Roberto?”, uno dei suoi nipoti, che mancava.
Le hanno risposto che era in viaggio.
E lei: e che si schiatti allora.
Quindi meglio che ti dica che sei un tesoro 🙂
Auguri.
Kat.
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